Alla scoperta della cucina giapponese, tra bon ton e street food

Si dice che il segreto della longevità dei giapponesi sia da cercare a tavola: secondo diversi studi, infatti, le abitudini alimentari nipponiche, basate su una dieta estremamente bilanciata e povera di grassi, aiuterebbero a vivere più a lungo e in salute.

In effetti la cucina giapponese, inserita fra i Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità dell’UNESCO, è una delle più sane, complete ed equilibrate del mondo.

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Ecco perché identificarla solo con sushi e sashimi sarebbe alquanto riduttivo: è vero che riso e pesce, impiegato principalmente crudo, sono due degli ingredienti principali della tradizione culinaria del Sol Levante, ma esistono decine e decine di altre ricette tipiche che spaziano dal pesce alla carne, passando per una grande varietà di salse e condimenti.

Anche l’occhio vuole la sua parte

La prima cosa da tenere a mente quando ci si approccia alla cucina nipponica è che ogni pietanza deve prima di tutto soddisfare la vista e, solo in un secondo momento, appagare il palato.

Questo significa che il piatto è una sorta di piccola opera d’arte composta secondo precise regole di armonia e grazia, accostamento di colori e forme, affinché il risultato sia esteticamente ineccepibile.

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Inoltre, è utile sapere che non esiste una suddivisione tra primo, secondo e contorno come nella tradizione italiana, ma le portate vengono servite senza un ordine prestabilito.

Il galateo del sushi

Sicuramente uno dei piatti della cucina giapponese più amato e diffuso è il sushi: Nigiri, Uramaki, Futomaki, Temaki, Sashimi e Chirashi non hanno ormai più bisogno di presentazioni!

Tuttavia, anche se questa specialità è ormai entrata a far parte del nostro bagaglio culturale, forse non tutti conoscono alcune piccole “regole” che andrebbero rispettate quando si mangia sushi con gli amici, al ristorante come a casa.

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Uno: il wasabi non va mai sciolto dentro la salsa di soia, poiché i sapori dei due componenti, uno forte e piccante, l’altro estremamente sapido, si rovinerebbero a vicenda.

Due: la salsa di soia non va versata direttamente sul sushi, ma raccolta nella piccola ciotola a disposizione di ogni commensale. Fondamentale sapere che non bisogna mai inzuppare il pezzo intero nella salsa, ma intingerlo solo dalla parte del pesce, senza mai bagnare il riso.

Tre: il sushi non va tagliato ma gustato in un sol boccone, così come è stato concepito e composto dallo chef.

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Quattro: contrariamente a quanto si possa pensare, tradizione vuole che il sushi si mangi con le mani. Se invece si divide il piatto con un altro commensale, il bon ton prevede che si prenda il pezzo con l’estremità delle bacchette che non si mette in bocca, lo si poggi nel proprio piatto e poi lo si possa mangiare.

Cinque: e lo zenzero? Non vi venga in mente di utilizzarlo come condimento! Lo zenzero serve a pulire la bocca tra una portata e l’altra, preparando il palato al prossimo gusto.

I migliori piatti giapponesi

Altre specialità molto amate oltre i confini del Giappone sono il Ramen e la Tempura. Il Ramen, di origine cinese, è una zuppa di noodles, sorta di tagliatelle a base di farina di frumento, servite in brodo di carne, e talvolta di pesce, aromatizzato con salsa di soia, miso o shio, e tradizionalmente accompagnato da carne di maiale, uovo marinato e cipollotti verdi.

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L’origine della Tempura, invece, è portoghese: si tratta di una frittura, solitamente di verdura e pesce, realizzata con una pastella leggera a base di farina di riso.

Discorso a parte merita poi lo street food, il cibo da strada giapponese da gustare nelle bancarelle a bordo strada e nei mercati all’aperto. Impossibile non citare l’Okonomiyaki – che tradotto letteralmente significa “ciò che vuoi” (okonomi) “alla griglia” (yaki ) – sorta di frittata cotta sulla piastra, con carne, verdure o pesce, gli Yakitori, spiedini di pollo, e i Takoyaki, polpette fritte di forma sferica a base di polpo.

Molto amati anche gli Yakisoba, spaghetti di grano saraceno saltati in padella.

Le buone maniere a tavola

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Chiudiamo la nostra immersione nella cucina nipponica con alcune altre utili indicazioni prima di mettersi a tavola. Per mangiare si usano le tradizionali bacchette: le posate in metallo, specie i coltelli, sono bandite, in quanto considerate simbolo di violenza.

Anche quando si utilizzano le bacchette vi sono delle regole non scritte da rispettare: infilzare il cibo con i bastoncini anziché raccoglierlo nella maniera appropriata è un gesto di maleducazione, così come leccare le bacchette o usarle per indicare cose e persone.

Al contrario, però, il bon ton giapponese prevede la possibilità di fare rumore mentre si mangia, come ad esempio risucchiare gli spaghetti del ramen, considerato tra l’altro segno di apprezzamento per quello che si sta consumando.

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Infine, tradizione vuole che si eviti di servire pezzi di cibo in numero pari, specialmente quattro, in quanto in giapponese la pronuncia del numero 4 (“shi”) risulta uguale a quella della parola “morte”.

Ora non resta che ordinare su Foodracers le migliori specialità della cucina giapponese e mettersi a tavola, ovviamente rispettando tutte le regole del galateo nipponico!